2010, pp.264, € 18,00
a cura di Anna De Simone
Prefazione di Franco Loi
con un’incisione di Livio Ceschin
Poesie in Friulano
JÈ
Par agnis a era sparìda. Un procèdi clâr il siò
dal scûr, cencia ôlma di sanc
nencja chel dal gjèvur ta l’erba apena four da li cjasi.
A è ricomparìda dal quartèir, a è simpri jè.
E se no libera, liberàda dal russàc jè, l’assurt naturâl
‘ndulà che ducjus plan i s’indurmindìn.
LEI
Per anni era sparita. Un procedere lucido il suo
dal buio al buio, senza traccia di sangue
nemmeno quello della lepre nell’erba, appena fuori dalle case.
È ricomparsa nel quartiere, è sempre lei.
E se non libera, liberata almeno dal carniere, l’assurdo naturale
dove tutti piano ci addormentiamo.
IDA VALLERUGO vive in “quella scala di grida assopite” che è per lei Meduno (PN), dove è nata nel 1946 e dove ha svolto l’attività di insegnante alle Scuole Elementari. Ha esordito con una raccolta di liriche in italiano, La porta dipinta (Pan Editrice, Milano 1968), seguita, nel 1972, da Interrogatorio (Quaderni del Collettivo R., Firenze 1972). Soltanto nel 1979, dopo la morte della nonna, ha scelto per le sue poesie il friulano. È nata così Maa Onda (I quaderni del Menocchio, Montereale Valcellina, PN, 1997). La raccolta di versi in friulano intitolata Figurae e pubblicata ne “La barca di Babele” (Circolo Culturale di Meduno, PN, 2001), rappresenta un anticipo di Mistral. Nel 2004, Franco Loi ha proposto una piccola importante antologia di liriche della Vallerugo in Nuovi poeti italiani (Einaudi, Torino).
Mistral sembra rimandare al sogno pasoliniano di una Provenza friulana restituita a nuova vita.