Prefazione di Leopoldo Marìa Panero
traduzioni e cura di Sebastiano Gatto e Ianus Pravo
postfazione di Ianus Pravo
e due opere di Misha Bies Golas
Testo spagnolo a fronte
Qui sono io, Leopoldo Maria Panero
figlio di padre ubriaco
e fratello di un suicida
perseguitato da uccelli e ricordi
che mi insidiano ogni mattina
nascosti in cespugli
gridando che finisca la memoria
e il ricordo divenga azzurro, e gema
pregando il niente perchè muoia.
LEOPOLDO MARìA PANERO nasce a Madrid il 16 giugno 148 da Felicidad Blanc e Leopoldo Panero, poeta legato al regime franchista. Il fratello maggiore, Juan Luis, è a sua volta poeta; Michi, il fratello minore, è morto nel 2004. Fin dalla giovane età Panero dimostra un carattere irrequieto e trasgressivo. Giovanissimo milita nella sinistra radicale, militanza che lo porta, appena diciottenne, ai primi arresti per attività antifranchista. A più riprese, a causa della sua condotta di vita entra ed esce dal carcere. I suoi studi sono irregolari, cambia corsi ed università, si muove tra Madrid e Barcellona (dove per altro fa la conoscenza fondamentale per la sua crescita poetica di Pere Gimferrer); tracorre lunghi periodi in Inghilterra e Francia. Si converte presto in uno dei principali esponenti di una generazione di intellettuali aperta a ogni sorta di eccesso. Fin dagli anni Settanta conosce la realtà dei centi psichiatrici (ex manicomi) che dagli anni Novanta diverranno la sua dimora fissa e tema ricorrente dei suoi lavori. Precoce il suo esordio letterario: nel 1970 viene incluso nella lungimirante antologia Nueve novisimos poetas espanoles che raccoglie alcune di quelle che saranno le voci più vibranti della controcultura spagnola. Nello stesso anno il suo primo libro di poesia Asì se fundò Carnaby Street. La sua amplissima produzione poetica (siamo su una quarantina di titoli) non conosce sosta. Si dedica anche alla narrativa, alla traduzione e alla saggistica. Dal 1997 vive volontariamente nell’ospedale psichiatrico di Las Palmas alle Canarie.